Pettini, coccarde e profumi, inutile stress per i gatti in gara – da Repubblica sera
Si è celebrata domenica 17 febbraio la Festa nazionale del Gatto, che in tutta Italia ha visto associazioni, volontari, gattili, omaggiare gli amici felini e pure ricordare, anche per loro, la difficoltà del momento. Una riflessione in più andrebbe a tutte quelle manifestazioni, organizzate in prevalenza fra autunno e fine primavera, che vedono ancora protagonisti i gatti, ma non certo il loro benessere. Trattati come oggetti, i felini sono infatti al centro delle esposizioni a loro dedicate. Cat show, mostre, gare di bellezza, che si risolvono in kermesse commerciali sponsorizzate da aziende di mangimi e prodotti per animali. Proprietari ingenui o superficiali vi conducono i propri mici, di razza e non, che trascorrono giorni rinchiusi all’interno di gabbie insalubri, in una pericolosa promiscuità di virus e batteri. Frastornati da musica e altoparlanti, toelettati allo spasmo, persino profumati, i gatti sono poi valutati da giurie indifferenti alla loro serenità. Uno stress micidiale per chiunque, figuriamoci per animali abituati al compromesso di vivere con noi, ma senza dubbio selvatici e affettuosamente riservati.
Se in casa c’è un personaggio che ci insegna a confrontarci alla pari con un’altra specie, insomma, questo è proprio il gatto. Costringerlo a situazioni penose e tanto contrarie alla sua indole significa compromettere il nostro stesso rapporto con lui. Infatti, l’amore per l’altro – non ultimo il nostro gatto o cane – è fatto di comprensione, consiste nel desiderare in primo luogo la sua felicità. Che senso ha, allora, sottoporre un felino a gravi disagi e rischi per la squisita ambizione di vincere una coccarda, di cui a lui oltretutto non importa nulla?
Tra l’altro, partecipare a queste manifestazioni non è gratuito: con la stessa somma si possono acquistare beni essenziali per il nostro animale, oppure aiutare chi si occupa di quelli in difficoltà, sostenendo in modo concreto sterilizzazioni e approvvigionamenti.





“Ma voi, uomini d’oggi, da quale follia e da quale assillo siete spronati ad aver sete di sangue, voi che disponete del necessario con una tale sovrabbondanza?”, scrisse Plutarco in uno dei suoi Moralia poco meno di duemila anni fa. Eppure oggi gli animali terrestri di allevamento (i pesci raddoppierebbero il totale) destinati alla macellazione si quantificano in 70 miliardi, di cui 55 sono polli. Da loro, derivano ogni anno 280 milioni di tonnellate di carne. 


