Sulla pelle dei randagi

ROMA - In una folle giostra di scambi, trasferimenti di massa, furgoni, treni e persino aerei, accompagnati dalla distrazione delle istituzioni, i randagi italiani girano la Penisola o varcano le sue frontiere in cerca di un migliore altrove. Spesso, grazie all’opera di una straordinaria rete di volontari, trovano casa e affetto. Ma altrettanto di frequente bene e male si sovrappongono e confondono e gli animali, di cui si perde traccia, finiscono a lotte clandestine, vivisezione, bordelli in cui vengono abusati sessualmente (con tanto di video), macellazioni, commercio di pelli e pellicce, traffico di droga. Buone e pessime intenzioni sembrano mescolarsi in un rompicapo troppo faticoso per la giustizia, comodamente secondario per la politica. L’idea che il randagismo non sia debellato per avallare il business dei canili finanziati dallo Stato è rafforzata dall’impressione, sempre più insistente, che gli animali vengano riciclati per ulteriori commerci….

http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2013/07/01/news/la_tratta_dei_randagi-62193078/

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4 risposte a Sulla pelle dei randagi

  1. Fausto Orazi scrive:

    Troppo facile essere crudeli sui deboli animali. Da questa antica ferocia deriva la facilità con cui si infierisce sugli umani, quando sono deboli. Tolta l’una sparirà l’altra……..fra qualche secolo, si capisce.

  2. jonny rio scrive:

    PLEASE STOP ABUSING ROOSTERS!

  3. Elena Meniconi scrive:

    perché i comuni e le asl non sono interessati ai cani. e troppa fatica fare controlli trimestrali nei canili. la tenuta di registri di entrata r uscita di ogni cane. le microchipature e le STERILIZZAZIONI. solo cosi si combatte il randagismo senza alcun bisogno di esportazioni che riempiono le tasche dei trafficanti. alcuni comuni ci sono riusciti, come mai ?

  4. paolo selleri scrive:

    Ancora una volta: complimenti!

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