Gli zoo, crudeli vetrine – da Repubblica sera

 Possiamo sempre fare qualcosa in favore degli animali, anche con sforzo irrisorio. Per esempio, non portare i bambini allo zoo. Queste strutture infatti, oggigiorno, non hanno più alcuna ragione di esistere e andrebbero abolite. La prima e fondamentale ragione sta nella loro sopraggiunta, totale inutilità: un tempo infatti, quando non si aveva conoscenza dei luoghi e delle specie esotiche se non dai resoconti degli esploratori, e viaggiare era assai difficile, gli esemplari in cattività servivano a mostrare qualcosa di cui altrimenti non si sarebbe avuta esperienza diretta. Ancora nella concezione tardo ottocentesca del serraglio, l’animale veniva esposto come un oggetto, un quadro, e a ben guardare la stessa idea della vetrina e delle sbarre, mai abbandonata, lo dimostra.

Da parecchi decenni tuttavia, non solo le nostre conoscenze e la nostra consapevolezza si sono ampliate (riconosciamo gli animali come individui intelligenti, che provano amore, dolore, paura, gioia, tristezza), ma gli habitat naturali e le specie vanno scomparendo sotto gli assalti di cementificazione, desertificazione, caccia, inquinamento. Inoltre, abbiamo la possibilità di avvicinarci a flora e fauna di ogni genere grazie a viaggi economici, documentari, film, televisione, web. L’animale in cella, o comunque detenuto in pochi metri quadrati, dunque non ha più nessuna parvenza di utilità sociale, e offre al visitatore solo un’esperienza gravemente distorta. E’ indubbia la condizione di alienazione e sofferenza di un prigioniero, e questa viene trasmessa soprattutto ai bambini, così immediati e istintivi. Ma in modo distorto, poiché essi vengono condotti allo zoo da nonni, genitori o babysitter per superficialità, abitudine, luogo comune, come se si trattasse di un bel posto. Una gita come un’altra, per sfangare il pomeriggio, dato che spesso tali siti sono attrezzati in modo commerciale, vi si organizzano feste e altri intrattenimenti. E allora: “Guarda la scimmia, che bello l’elefante!”. Sulla sensibilità dei bambini, una carta vergine su cui ogni tratto concorrerà a comporre la persona, si incidono sollecitazioni contrastanti. Cosa combiniamo infatti, suggerendo a un figlio fiducioso di divertirsi, quando egli vede il pachiderma che dondola sofferente da un piede all’altro, il leone macilento dallo sguardo spento? Privare della libertà un essere vivente è un atto terribile, e l’educazione deve prevedere il contrario.

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