La cagnolina Gianna e il silenzio di Vendola – da Repubblica sera
Fra i diritti che Nichi Vendola si impegna a rappresentare, sembra che per il momento non figurino quelli degli animali. Rimane infatti clamorosamente senza risposta – con l’eccezione di una vaga nota redatta dalla segreteria del presidente della Puglia – l’appello pubblico a lui rivolto alcune settimane fa dal coordinamento di associazioni e comitati zoofili pugliesi, sostenuto da migliaia di cittadini. Motivo della lettera aperta, che sul Web continua a radunare nuovi sottoscrittori da tutta Italia, la preghiera di porre attenzione e studiare rimedi immediati riguardo le indegne condizioni dei canili nell’intera regione. Qui, più che mai disattese le politiche di sterilizzazione previste dalla legge nazionale, un numero incalcolabile di animali è prigioniero di strutture inimmaginabili, indecenti, crudeli, spesso assegnate in gestione a entità essai dubbie attraverso gare al massimo ribasso. Si consegnano così finanziamenti, oltre alla vita degli animali, a chi asserisce di poter accalappiare, nutrire, curare, vaccinare, sterilizzare un cane, oltre a smaltirne la carcassa, con pochi centesimi al giorno.
Incontrollabili e incontrollati, questione di secondo piano per forze dell’ordine già tartassate da emergenze di ogni genere (eppure, quanto spesso il denaro che ruota attorno a tali rifugi confluisce nelle casse criminali), i cosiddetti canili lager non sono nemmeno, necessariamente, la destinazione ultima dei randagi, che quando non muoiono di stenti scompaiono nel nulla. Eliminati, riciclati, smistati per le lotte clandestine o rivenduti – sovente all’estero, forse sotto forma di false adozioni – alla vivisezione, ai mercati di pelli e mangimi, persino alla zoorastia, il brutale sesso con animali diffuso in diversi paesi UE.
Se il nostro Meridione è generalmente afflitto da strutture terribili, indifferenza, mentalità feroci, in coro i cittadini pugliesi si ribellano, chiedendo alla Regione di impegnarsi nel cambiamento. Bandiera del movimento è Gianna, una cagnolina di quattordici anni morta pochi giorni dopo essere estratta da un canile lager, malgrado gli sforzi dei veterinari le cure della volontaria che l’aveva liberata. Come a tutti i suoi compagni di sventura, le erano state recise le corde vocali, giacché i gestori del rifugio non volevano essere disturbati dal rumore. Il silenzio obbligato di Gianna è dunque oggi il simbolo di uno sdegno popolare destinato a crescere, fintanto che non otterrà ascolto.





“Ma voi, uomini d’oggi, da quale follia e da quale assillo siete spronati ad aver sete di sangue, voi che disponete del necessario con una tale sovrabbondanza?”, scrisse Plutarco in uno dei suoi Moralia poco meno di duemila anni fa. Eppure oggi gli animali terrestri di allevamento (i pesci raddoppierebbero il totale) destinati alla macellazione si quantificano in 70 miliardi, di cui 55 sono polli. Da loro, derivano ogni anno 280 milioni di tonnellate di carne. 



Certo, per tenere stretta la poltroncina non servono i diritti degli animali, non vanno di moda. Di tutti questi che si presentano alle elezioni ce ne fosse uno che parla degli animali e soprattutto che fa qualcosa per loro!!!!!!
non c’è impegno politico che giustifichi il disinteresse nei confronti degli animali